Campagna adesioni PDL

Oltre la crisi:prospettive economiche e politiche per progettare un nuovo sviluppo imprenditoriale

Un aiuto alle famiglie in difficoltà

Un aiuto concreto per tante famiglie che attraversano uno stato di difficoltà temporaneo. Con questo scopo la Provincia, in collaborazione con le banche di Credito Cooperativo del territorio, ha attivato il progetto del microcredito sociale: un fondo di 100mila euro per garantire piccoli prestiti fino ad un massimo di 3mila euro da restituire in 36 mesi. Il progetto è rivolto alle famiglie della nostra provincia, anche di diversa nazionalità se in regola con i permessi di soggiorno, e potrà essere utilizzato per affrontare situazioni di emergenza come spese sanitarie, scolastiche, attivazione di utenze o altri eventi straordinari. Per far si che il progetto possa rispondere realmente ai bisogni del territorio, la Provincia ha coinvolto anche gli Ambiti territoriali sociali e le Caritas delle diocesi.
“Vogliamo unire le forze del territorio – ha spiegato l’assessore provinciale Andrea Blarasin – per raggiungere obiettivi comuni, soprattutto in un momento difficile come questo. Non si tratta di un progetto fine a se stesso, ma che s’inserisce in una serie di iniziative volte a dare respiro a situazioni di instabilità”.
“Non è un provvedimento tardivo – ha concluso il presidente Franco Capponi – ma che arriva in un periodo ancora piuttosto difficile, perchè la ripresa sarà ancora lunga”.

Da Il Resto del Carlino

Dal Governo aiuti alle aziende

“Niente per i precari, niente per le imprese”, lamentava a vanvera 48 ore fa il buon Bersani. Se si fosse informato sulle prossime scadenze dell’attività di governo avrebbe evitato una brutta figura. Quanto ai precari che hanno perso il lavoro è in arrivo il raddoppio dell’assegno una tantum, mentre per il sostegno alle piccole e medie imprese decolla il fondo da tre miliardi fortissimamente voluto da Tremonti.
Il fondo salvaimprese sarà misto pubblico-privato: Unicredit, Monte dei Paschi, Intesa San Paolo con la Cassa depositi e prestiti e l’adesione dell’Abi e di Confindustria. Al ministero dell’economia, nella cui sede si è tenuto il summit decisivo, il ruolo di coordinamento. Il fondo di private equity è finalizzato alla patrimonializzazione delle aziende che abbiano un fatturato da 10 a 100 milioni di euro (sono circa 15mila) e avrà una durata di 10-15 anni. E’ rivolto alle imprese con potenzialità di crescita, che siano interessate a far entrare nel capitale, in posizione di minoranza, questo particolare investitore istituzionale.
A partire da questa settimana è prevista una rapida accelerazione di tutte le adempienze (a partire dalla definizione del vertice) per arrivare alla fase realizzativa che vedrà un momento di presentazione alla stampa entro Natale.
Nel fine settimana Palazzo Chigi ha anche dato il via libera a un’altra importante normativa che riguarda le piccole e medie imprese, adottando la direttiva europea che va sotto il nome di “small business act”. Oltre a strumenti già esistenti, nelle quindici pagine del provvedimento vi sono importanti novità come l’apertura per le piccole imprese alle commesse bandite dai comuni con meno di 5mila abitanti oppure la proposta di rendere più conveniente il subappalto. Commenta Confindustria: “Finalmente si legittima il ruolo sociale della piccola industria”.
Quanto alla precarietà, la risposta ai vaneggiamenti del parolaio Bersani stanno ancora una volta nei fatti. Il raddoppio da 2mila a 4mila euro della cifra massima destinata ai precari che abbiano perso il lavoro è stabilita da uno degli emendamenti del governo alla Finanziaria, inserito nel pacchetto welfare del ministro Sacconi.
L’attenzione del governo al tema della disoccupazione è confermata peraltro dalla proroga a tutto il 2010 della cassa integrazione in deroga e di tutti gli ammortizzatori sociali introdotti quest’anno, con estensione del trattamento ai settori o agli ambiti non coperti.
I buoni risultati della strategia anti-crisi del governo, infine, sono stati confermati dall’analisi mensile congiunturale del centro studi di Confindustria.
Dopo il rimbalzo estivo della produzione industriale (+4%), la crescita di ottobre (+1,6%) e di novembre (stimata in +1%), le aspettative sono per l’ulteriore consolidamento della ripresa per questo trimestre e per i due successivi del 2010.

Da “Il Mattinale” – Contributo del Coordinamento Nazionale Pdl – A cura dell’On. Paolo Bonaiuti

Blarasin visita le imprese che hanno vinto la crisi

L’assessore alle Politiche del lavoro della Provincia Andrea Blarasin, su invito della ditta Fileni, ha iniziato a visitare le aziende del territorio che, meno di altre, stanno risentendo della crisi economica. Visite che hanno lo scopo di comprendere le motivazioni del successo di queste imprese, ma anche di promuovere gli incentivi messi in campo dalla Provincia e riguardanti la formazione del personale in tema di sicurezza sul lavoro e di stabilizzazione del personale precario. “Un indice importante – ha detto Blarasin dopo l’incontro con Roberta Fileni – sono i 1650 dipendenti, tra cui i 600 presi in carico da un’azienda in crisi acquisita dalla Fileni, per i quali è rientrata la cassa integrazione, che terminerà prima della fine dell’anno.”
Da “Il resto del Carlino”

Le prime lauree del corso per infermieri

Qualche lacrima e tanta commozione alla consegna delle pergamene ai primi 37 studenti che hanno concluso il Corso di laurea infermeristica iniziato tre anni fa. «A fine marzo 2006 — ricorda Piero Ciccarelli, direttore di zona — abbiamo avviato questo polo didattico assieme alla Facoltà di medicina dell’università Politecnica delle Marche. A ottobre sono iniziate le lezioni e oggi si festeggiano con le famiglie i primi laureati. Gli studenti sono della nostra provincia». Un lungo applauso ha accompagnato la consegna dei diplomi a Fabio Angeloro, Matteo Ballini, Marzia Bartolacci, Paolo Bartolini, Emanuela Bartomucci, Andrea Branchesi, Alessia Carciofi, Camilla Castellani, Caterina Ciabocco, Maria Giulia Concetti, Giancarlo Di Carlo, Barbara Di Caro, Maria Ludovica Falzetta, Maria Lida Veneranda Fedele, Laura Frassini, Alice Illuminati, Angela La Torre, Francesca Romana Machella, Marco Mancini, Daniela Marinelli, Chiara Marziali, Selina Paolucci, Serena Petrini, Manina Pietrella, Massimo Pigliacampo, Maila Pinciaroli, Erika Poeta, Silvia Ruggeri, Chiara Sabbatini, Giuseppina Sacco, Alessia Schicchera Giulia Solazzi, Luca Tartarelli, Giuseppe Tempestilli, Martina Tullio Claudia Valentini e Paola Verdini.
«Sono oggi attivi — continua Ciccarelli — tre corsi: al primo anno ci sono 71 iscritti; al secondo 66 e a terzo 63». Soddisfatto anche il rettore Marco Pacetti. «Per noi — ha detto — è un momento di grande gioia per un percorso iniziato tre anni fa con convinzione». Alla cerimonia sono intervenuti anche il sindaco e l’assessore provinciale Andrea Blarasin.
Da “Il resto del Carlino”

Il Muro e le nuove minacce. L’ex ministro Martino sul crollo del comunismo e terrorismo

NON DIMENTICARE le due importanti lezioni ereditate dal XX secolo: prendere sul serio le minacce dei fànatici e prepararsi per tempo ad affrontarle». Questo l’invito che Antonio Martino, già ministro degli Esteri e poi della Difesa, ha rivolto al termine della sua lectio magistralis tenuta nell’aula magna dell’Università di Macerata, dove si è svolto il secondo incontro di riflessioni sui valori di libertà e democrazia, nell’ambito degli eventi celebrativi della caduta del muro di Berlino organizzati dalla Provincia di Macerata. Accolto dai saluti del presidente del Consiglio provinciale, Umberto Marcucci, della professoressa Paola Olivelli, e del presidente della Provincia Franco Capponi, l’on. prof. Antonio Martino è stato introdotto da Serena Sileoni, curatrice del ciclo di convegni, come «l’unico paladino in Italia del puro liberalismo».
ATTUALMENTE presidente italiano dell’Unione interparlamentare, Martino ha parlato senza remore degli orrori del passato e dei timori del presente. Quanto ai primi egli ha ricordato che il crollo del muro «ha restituito al vecchio Continente la sua centralità, liberando il mondo intero da un terribile e apparentemente ineliminabile incubo». Si è poi chiesto, senza trovare risposta, «come un mito malevolo e malvagio avesse potuto fare presa su tanta gente che pure aveva di fronte l’evidenza indiscutibile delle sue nefaste conseguenze e dei suoi orrori», e come «i comunisti italiani avessero potuto circondarsi di un’aria di rispettabilità quando addirittura non pretendere di possedere una sorta di superiorità morale». «Non c’è stato comportamento — ha proseguito Martino — per quanto riprovevole dell’Unione Sovietica che non sia stato accolto come giustificato e necessario dalla maggioranza dei comunisti italiani. L’URSS per loro era intoccabile, immune da qualsiasi critica. Eppure — ha proseguito l’ex Ministero — non solo l’orrore umano, ma anche il fallimento economico del modello sovietico erano un dato oggettivo».
CITANDO il sarcasmo di Hayek, Martino ha affermato che «prima venne chiesto ai cittadini dell’Est di adottare il comunismo perché riusciva a garantire benessere meglio di qualsiasi altro sistema; non appena fu evidente che ciò non era vero, venne chiesto di diventare comunisti perché i beni di consumo non erano importanti!». Quanto ai timori del presente, Martino ha affermato che «col crollo del Muro si è passati dall’incubo della guerra al rischio del terrorismo» e ha poi insistito sulle debolezze dell’Occidente. Al termine della lectio, la Provincia ha donato a Martino un quadro dell’artista maceratese Silvio Natali in segno di gratitudine. L’opera di Natali si ispira proprio alla caduta dei regimi comunisti dell’est Europa e alla fine della cosiddetta guerra fredda.
Da Il Resto del Carlino del 23/11/2009

Blarasin replica al Sindaco: "dieci anni senza fare nulla"

di Andrea Blarasin

“La risposta del Sindaco Giorgio Meschini alle mie costatazioni va verso problemi di viabilità che l’Amministrazione provinciale ha deciso di affrontare ragionando su progetti globali e organici, per rendere più funzionale tutta la viabilità provinciale. Ma il Sindaco, in 10 anni di mandato, ha risolto i problemi di viabilità maceratesi di sua competenza? Non sembra proprio guardando l’insediamento produttivo “Valleverde”, a ridosso dell’abbazia di San Claudio, progettato senza strade di accesso né di uscita. Come se non bastasse, nei pressi del centro commerciale Val di Chienti c’è una via di accesso diretta allo stesso che da sempre è sbarrata da transenne: quando pensa di metterci mano? Magari a Natale per farne dono ai cittadini? Lasciamo la periferia e dirigiamoci in centro, accolti dai semafori (oggi in festoso lampeggio arancione perché non più operativi, quindi sperpero di denaro pubblico) inventati per far meditare i maceratesi su tematiche esistenziali mentre sono costretti in fila accanto al cimitero. Cerchiamo un posto per l’auto e scopriamo che dove non si paga tutto è occupato, fin nella campagna maceratese. Nei parcheggi a pagamento si trovano invece tanti posti liberi: qualche cosa vorrà significare… Quanto poi al fatto che in altre poche città il posteggio si paga e anche più salato non significa che ci sia l’obbligo di seguirne l’esempio. Il parcheggio gratuito è un segnale di accoglienza che invita a venire a Macerata anziché fuggirla. Sulle manifestazioni organizzate è meglio stendere un velo pietoso e la risposta più evidente l’hanno data i cittadini disertando il centro storico; poi con le parole si può affermare qualunque cosa ma la realtà resta, è ben diversa e sotto l’occhio di tutti. E’ il motivo per cui i commercianti protestano da 10 anni: ricordate Macerata Futura? Le stesse cose le stanno dicendo ancora oggi tutti quelli che hanno le attività in centro, costretti a consorziarsi di nuovo perché si ventilava in giro la possibilità di passare un Natale al buio o, in alternativa, come alcuni pensavano di fare, accendendo rosse lucette votive in vetrina. D’altra parte, a una città resa dormiente per non vedere la continua cementificazione in atto… troppe luci potrebbero dare fastidio, causandone il risveglio”.

Macerata: "città aperta parcheggi chiusi, che disinteresse".

di Pierfrancesco Castiglioni
(Capogruppo Pdl in Comune)

Rasenta il comico se non proprio il grottesco, quanto accaduto domenica scorsa riguardo l’apertura dei parcheggi. L’amministrazione Meschini organizza una giornata in cui finalmente tanta gente viene richiamata a Macerata, dimenticandosi tuttavia di informare i gestori dei parcheggi affinché gli stessi possano restare aperti nel corso di tutta la domenica. C’è da dire che ogni volta che il centrodestra maceratese ha evidenziato la necessità di una apertura dei parcheggi anche nelle giornate festive e in orari che vadano oltre le ore 21, l’amministrazione ha sempre indicato come causa principale la mancata disponibilità dei gestori, per cui non meraviglia che anche in questo caso si sia giocato sull’equivoco. Ma questa volta Apm, Saba e Giulioni si sono fatti sentire denunciando lo scarso coordinamento e la totale mancanza di flusso di informazioni.
Ciò è ancora più sorprendente se si pensa che l’Apm è un’azienda controllata quasi interamente dal Comune, per cui si potrebbe dire che quest’ultimo non è riuscito ad informare neanche se stesso. Così tra ascensori rotti e parcheggi chiusi non si è fornita certamente a chi ha pensato di passare una domenica nella nostra città un’immagine di efficienza. Ma cosa ancora più deprecabile è che quando finalmente la Giunta Meschini organizza un qualche evento che può andare a beneficio anche dei commercianti del centro storico, lo fa con approssimazione e noncuranza. Nè può cavarsela, il Sindaco, accusando l’opposizione – come ha fatto con l’assessore provinciale Blarasin – di voler solo fare propaganda elettorale: ciò che è accaduto non è un’opinione, ma un fatto e l’operato di un’amministrazione si misura anche su episodi come questo che si inquadrano nel totale disinteresse con il quale il centrosinistra maceratese guarda ai problemi del centro storico e della città. Macerata non merita questo; è necessario un cambiamento e solo il centrodestra può garantirlo.

Poltrona Frau, trovato l’accordo: scongiurati gli esuberi

di Roberto Scorcella
Fumata bianca a Poltrona Frau.
Dopo diciannove, estenuanti ore di trattativa, questa mattina alle 9 azienda e rappresentanti dei lavoratori sono finalmente riusciti a raggiungere un accordo in extremis. Una buona notizia che pone fine a una vicenda durata diversi mesi nel corso dei quali non sono mancati momenti di tensione. Alla fine tutti, in qualche modo, ne escono soddisfatti: da un lato i sindacati che sono riusciti a ridurre ai minimi termini la perdita di forza lavoro, dall’altra l’azienda che ha posto le basi per un piano di riorganizzazione dal quale, ed è stato scritto nero su bianco, Tolentino uscirà ulteriormente rafforzato. Prima, comunque, di cantare definitivamente vittoria bisognerà attendere l’assemblea dei lavoratori di Poltrona Frau prevista per lunedì che dovrà ratificare l’ipotesi di accordo sottoscritta dai sindacati. Ma non ci saranno sorprese. Nel verbale di intesa sottoscritto in Regione con le parti sono scongiurati gli esuberi, se non quelli su base volontaria, è previsto un periodo di cassa integrazione di 1 anno per esigenze di riorganizzazione; sono previsti incentivi all’esodo volontario; le parti si impegnano ad individuare del personale che su base volontaria aderiranno al piano di incentivazione di accompagnamento alla mobilità. Nel verbale di intesa, tra gli altri punti, si sottolinea che “la Società Poltrona Frau ribadisce l’importanza del marchio Frau per il Gruppo e la centralità di Tolentino quale polo strategico e direzionale per quanto attiene allo sviluppo e alla ricerca sul prodotto e sui materiali, con particolare riferimento alla pelle, sul marketing, sul design e sullo stile, nonchè quale sito fondamentale per la realizzazione dei prodotti a marchio Frau e per la divisione Car; che unitamente alla Direzione Brand Frau (responsabile della ricerca e sviluppo, stile, marketing e comunicazione sulla marca Frau), alla Direzione Interiors in Motion, responsabile del business allestimenti, alla Direzione Manufaturing Internazionale, alla Direzione Contract Frau, e al responsabile acquisti per la categoria pelle, già presenti sul sito di Tolentino, verranno create e localizzate a Tolentino nei prossimi mesi nuove funzioni nelle aree dell’ingegneria e nella sicurezza, igiene e ambiente, nonchè un’area manager commerciale responsabile di gestire le forze vendite per tutti i marchi del gruppo nel centro sud Italia”.
Profonda soddisfazione è stata espressa unanimemente anche dal mondo politico. “E’ un’intesa importante” ha affermato il Presidente della Regione, Gian Mario Spacca “per la difesa del lavoro e della coesione sociale di Tolentino e dell’intera comunità marchigiana. Poltrona Frau è un simbolo delle Marche e la Regione si è impegnata attivamente per ricercare una soluzione condivisa dalle forze sindacali e dall’azienda a questa difficile vertenza.Alcuni sacrifici debbono essere compiuti, ma nel complesso i risultati complessivi dell’intesa sono positivi per la difesa del lavoro e la riaffermazione della centralità di Tolentino nella strategia attuale e futura di Poltrona Frau: sono stati evitati gli esuberi forzati previsti inizialmente; sono previsti incentivi per esodi su base volontaria; l’azienda si è impegnata a confermare e rafforzare Tolentino quale polo strategico e direzionale di Poltrona Frau, soprattutto per gli aspetti più qualificanti della progettazione, dello sviluppo e del design del prodotto; le istituzioni si impegnano ad un monitoraggio della situazione e ad accompagnare i processi di riorganizzazione, anche con azioni di formazione”. “Abbiamo lavorato” ha dichiarato l’assessore regionale alle attività produttive Fabio Badiali “per tutelare l’occupazione, evitare la penalizzazione di Tolentino, rafforzre la competitività di Poltrona Frau: sono stati fatti grandi passi avanti per la conclusione dell’intesa sia da parte del Sindacato che dell’Azienda. I risultati di questa disponibilità alla collaborazione sono evidenti. Ne trae vantaggio Tolentino e l’intero territorio delle Marche”. Il vicepresidente del consiglio regionale Francesco Comi ha ringraziato “Spacca e Badiali, ma anche e soprattutto sindacati e Rsu che tanto hanno fatto per raggiungere questo risultato. Per Tolentino è un giorno importante”.
La Provincia, che è stata presente alle varie fasi della trattativa con l’assessore al Lavoro, Andrea Blarasin, ritiene che l’accordo raggiunto oggi ad Ancona rappresenti un importante risultato per l’economia, in grado di rafforzare la fiducia nel sistema delle imprese di qualità del maceratese. “La soluzione” ha dichiarato il presidente Franco Capponi “rafforza il progetto di competitività industriale dell’Azienda senza penalizzare i lavoratori”.
(Nella foto di Fabio Falcioni: la manifestazione di protesta nel primo sciopero alla Frau).